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Un anno fa mio padre mi ha detto "io l'anno prossimo organizzo il coast to coast....chi c'e' c'e'!!". Senza pensarci due volte ho detto "io ci sono!"

domenica 7 agosto 2011

Giorni 9,10,11,12. Da Wislow (a Chinle, da Chinle) a Tusayan.

E' la prima volta che mi trovo ad unire 4 giorni in un post solo! Dunque, la pausa e' stata causata da una momentanea sospensione di internet (ma ce lo aspettavamo) a Chinle, nel mezzo del nulla, in una cittadina con 2 alberghi e un canyon. Pretendere internet (che poi c'era ma funzionava male!) era troppo! Siamo cosi' giunti alla fine del nostro soggiorno al Gran Canyon (ad essere davvero onesta anche ieri avevo la connessione ma ero davvero troppo lessa per scrivere qualcosa di sensato). Partiamo pero' da dove ci siamo lasciati. L'ultima tappa della quale ho parlato e' stata Wislow e credo che l'ultima immagine con la quale vi ho lasciato sia un immenso souffle' al cioccolato. Bene, lasciata la bellissima Posada ci siamo diretti verso l'unica parte del nostro viaggio che non prevede la Route 66 sotto le gomme. Ci siamo infatti diretti verso i parchi nazionali, una tappa "fuoristrada" che pero' non bisogna farsi scappare. Ci tengo a precisare che in questi 2 giorni abbiamo visto piu' italiani che in tutto il resto del nostro soggiorno....insomma, i parchi sono meta gettonata da tutti gli europei, soprattutto nei mesi estivi. Inoltre, per la prima volta da quando abbiamo lasciato Chicago, ci siamo trovati in mezzo alla folla, al traffico (sempre relativo) e alle code. Ma partiamo dal principio.
Abbiamo lasciato Wislow e ci siamo diretti verso Chinle e nel tragitto ci siamo fermati a vedere un cratere formato da un meteorite ben 50.000 anni fa. La visita al cratere e' stata inaspettatamente guidata da un individuo molto simpatico che risponde al nome di Eduardo. Una specie di troll messicano, bassino, panzuto e dalla battuta pronta. Eduardo  vive in un appartamento nel Visitor Center, a bordo del cratere e quando ci ha presentato "il buco" ha simpaticamente esordito con "benvenuti nel mio giardino"!

Abbiamo poi proseguito sulla nostra stada verso Chinle, attraversando deserti e zone brulle, punteggiate qui e la' da casette mobili o container abitate dagli attuali indiani, che vivono ancora come un tempo, di artigianato locale. Vivono con poco, una casa sgangherata, una macchina, qualche cavallo, un trattore e una parabola sul tetto. A dire il vero, tutto mi aspettavo tranne che fossero scortesi: invece abbiamo avuto a che fare con qualcuno di loro (ovviamente di terza generazione, cioe' i figli dei figli dei figli...dei figli dei "veri" indiani) e si sono rivelati poco disponibili con..."l'uomo bianco".










Siamo arrivati a Chinle nel pomeriggio ma abbiamo deciso di visitare subito parte del Canyon, composto da due rami, il ramo sud e quello nord, dove abbiamo fatto alcune foto "azzardate". Non si tratta di fotomontaggi...c'e' il trucco (non ci penserete cosi' folli?) ma si tratta di foto assolutamente non ritoccate!
Prenotare un albergo nei parchi nazionali con pochi giorni (se non poche ore) di preavviso e' un rischio. Ci siamo cosi' ritrovati a dover soggiornare 2 notti a Chinle, non trovando nulla a Kayenta (la citta' piu' vicina alla Monument Valley) e il giorno 10 ci siamo sparati 2 ore per fare Chinle-Monument Valley e 2 ore per il ritorno. Abbiamo pero' ri-visto (ci andammo gia' quando io ero piccola) uno dei posti piu' particolari sulla faccia della terra. Abbiamo riproposto una foto "storica" che facemmo, appunto, anni fa. Ho portato apposta un paio di Rayban usati per questa foto nell'anno '97 e sinceramente, non credo sia cambiato molto....forse qualche rughina intorno agli occhi che quando avevo 13 anni non c'era!


Al rientro verso Chinle, non soddisfatti di aver incontrato l'acquazzone qualche giorno prima, abbiamo voluto strafare con una bella tempesta di sabbia, che ha reso tutto scuro e assolutamente affascinante.

Abbaimo lasciato Chinle per dirigerci verso Tusayan, la citta' piu' vicina al Grand Canyon. Arriaviamo tutti super esaltati convinti che gli Americani, abili nello sfruttare al 100x100 le loro risorse naturali, avessero provveduto ad almeno 50 modi per esplorare il Canyon, tra elicottero, jeep, canoe, biciclette, rollerblade, mongolfiere e gommoni. Invece, con nostra grande sorpresa, scopriamo che il Canyon e' visitabile solo a piedi oppure in bicicletta e solo sul bordo di esso e che le rapide sono percorribili solo da Lake Powell (da dove nasce il fiume Colorado, che attraversa il Canyon) e che il tragitto da li' agli headquarters del Canyon varia da 7 a 10 giorni! Non avevamo fatto molto bene i conti! Ieri abbiamo dunque visitato la parte Est del South Rim (bordo) in macchina e in parte a piedi. Lungo il rientro abbiamo incontrato anche qualche esemplare della fauna locale.

Oggi invece, abbiamo optato per un giro in bicicletta lungo la parte Ovest del South Rim. Siamo partiti alle 10 di mattina con un'allegra famiglia giappo-americana e con Dave, un baldo giovane di 26 anni, la nostra guida su due ruote. Gita molto interessante e ricca di informazioni, sia sul Canyon, sia sulle popolazioni che lo hanno abitato e che tutt'ora lo abitano. Ci sono infatti 6 tribu' di nativi che mantengono lo stile di vita preistorico vivendo all'interno del canyon. Loro sono a conoscenza del mondo "moderno" ma vivono comunque all'interno del canyon vivendo di caccia, pesca e agricoltura, nelle case di fango e pietra, vestiti di pelli di animali. Anche alcune interessanti informazioni sulla vita degli impiegati nel canyon ci sono state date da Dave durante il tragitto: ci sono difatti 25.000 impiegati all'interno di esso e la comunita' ha la posta, una banca e addirittura le scuole fino al liceo. Ci sono persone che sono nate, cresciute e che sono andate in pensione all'interno del sistema lavorativo del Canyon, senza mai uscirne. Probabilmente folle per alcuni ma vi assicuro che tra la loro vita e quella di un impiegato al casello sulla tangenziale ovest di Milano non so se sceglierei la seconda. Vi dico solo che Dave mi ha detto che nei giorni liberi fa esattamente quello che fa nei giorni di lavoro e che non sente la differenza tra il tempo dedicato al lavoro e quello libero....
Noi, l'allegra famiglia giappo e Dave.
La giornata di oggi si e' conclusa in modo superbo con un grandioso aperitivo fai-da-te sul ciglio del Gran Canyon al tramonto. Nel pomeriggio siamo passati a comprare patatine, olive e dei fantastici cocktail in lattina (e non scherzo dicendo fantastici). Sorseggiano Margarita e Vodka Martini ci siamo goduti il panorama mozzafiato in compagnia di qualche altro turista (nessuno era pero' fornito come noi di bicchieri, ghiaccio e glassette sottratti dalla camera dell'albergo).



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